Non puoi difenderti se non sai gestire la paura
Andrea Bisaschi 11 febbraio 2020
Chi dice di non avere mai provato paura o è un codardo, o è un bugiardo, o un malato psichiatrico. La paura infatti è un emozione primaria, che tutti abbiamo dalla nascita ed appartiene a tutti i popoli del mondo. Soprattutto i maschi nella nostra società hanno sempre avuto un brutto rapporto con questa emozione. Per molti ammettere di avere paura è sinonimo di debolezza. Il coraggio infatti non è assenza di paura, ma gestione della stessa. Cus D’Amato, allenatore di Mike Tyson ex campione del mondo dei pesi massimi di pugilato, diceva che la paura siede sempre a fianco delle persone speciali. Ciò significa che non è la negazione di questa emozione che ci rende forti ma l’utilizzo corretto della stessa. Per poterla utilizzare al meglio però è necessario fare approfonditamente la sua conoscenza. Questa emozione, nata ancestralmente come meccanismo di difesa, causa, nel momento in cui sorge, uno sconvolgimento bio-psico-fisiologico. Il rilascio ingente, nel circolo ematico, di neurotrasmettitori cerebrali quali adrenalina e noradrenalina, crea una alterazioni nell’organismo che si palesano con un repentino innalzamento della frequenza cardiaca, dilatazione delle pupille, irrigidimento muscolare specialmente nella zona del massetere, tremore, azzeramento della salivazione, modificazione del tono della voce, vasocostrizione periferica. Quest’ultimo effetto è dovuto proprio al fatto che grosse quantità di sangue vengono convogliate nei grandi gruppi muscolari, che sono necessari per la fuga e per il combattimento, proprio come avviene nel mondo animale. Se però non sarete in grado di controllare questo sconvolgimento endocrino, rischierete di avere un decremento sostanziale delle prestazioni motorie e cognitive. Gli studi dimostrano che già sopra i 145 battiti cardiaci per minuto inizia un deterioramento della prestazione. Addirittura sopra i 175 battiti per minuto la prestazione crolla verticalmente, le abilità motorie fini sono perse e anche parte delle abilità motorie di base. In questa condizione si manifesta il fenomeno di simmetria bilaterale ovvero ad un movimento di un arto corrisponde lo stesso movimento dell’arto simmetrico. Questo significa che nel momento in cui non foste in grado di gestire questo repentino innalzamento cardiaco non riuscireste a reagire in modo efficace. Se invece riuscirete ad utilizzare questo rilascio di neurotrasmettitori, sarà come avere a disposizione un super potere che in condizioni normali non avete. E come si fa ad utilizzare? Con l’addestramento corretto. Bisogna cercare di ricreare, nel modo più verosimile possibile, gli scenari con simulazioni realistiche. Solo in questo modo è possibile automatizzare reazioni efficaci a determinati stimoli sensoriali. Mi spiego meglio. Se l’addestramento si svolge sempre in una atmosfera serena e confortevole, potrete sì automatizzare tecniche di autodifesa ma purtroppo queste ultime non sarete in grado di effettuarle sotto stress indotto dalla paura. Per questo motivo l’addestramento deve essere fatto in condizioni di stress fisico e strapazzo psicologico, come dicono i militari. Solo così potrete automatizzare reazioni efficaci nella vostra memoria muscolare e all’occorrenza, senza doverci pensare, usciranno in automatico.
Andrea Bisaschi