Bullismo!

Ma cosa si intende realmente per bullismo?

E’ un fenomeno che interessa bambini, ragazzi ma spesso anche adulti.
Il bullismo è un comportamento sociale violento che ha natura sia fisica che psicologica, riversato su persone considerate deboli e facili bersagli. Si sviluppa maggiormente nelle scuole, ma da recenti studi si è visto che è presente anche in ambito lavorativo e con l’avvento di Internet anche in rete.

Non vi è una definizione specifica per il bullismo, perché spesso si presenta nelle più svariate forme partendo dalla minaccia o dall’offesa fino ad arrivare alla violenza fisica.

Alla base del fenomeno di bullismo abbiamo due principi che sono: l’intenzionalità e la persistenza nel tempo, vale a dire che siamo dinanzi ad un’azione intenzionalmente eseguita al fine di danneggiare la vittima designata più volte nel corso del tempo.

Il bullismo può essere diretto a sua volta suddiviso in:

bullismo fisico

il bullo colpisce la vittima con calci, pugni e sputi, usando quindi violenza che provoca danni fisici.

bullismo verbale

il bullo aggredisce verbalmente con minacce, prese in giro, nomi offensivi essendo alquanto sgradevole.

bullismo psicologico

il bullo esclude o ignora la vittima dal proprio gruppo, mettendo a volte voci false sul suo conto.

cyber-bullismo

il bullo molesta tramite SMS, chat e social network la vittima, a volte riprendendola o fotografandola in momenti di privacy per poi divulgare il materiale in modo da diffamarla o lo utilizza per minacciarla.

Esiste anche il bullismo indiretto, non è meno importante di quello diretto, anzi è molto più difficile da individuare, danneggia la vittima nel campo relazionale, escludendola o isolandola per via di pettegolezzi o maldicenze.

Il fenomeno colpisce maggiormente nelle scuole e in particolar modo nel periodo in cui i bambini si trovano alle elementari e incominciano a capire le dinamiche del gruppo e a stringere le prime amicizie.

Il bullismo non si verifica solo in classe, ma anche in tutti i luoghi della scuola in cui si può socializzare, come ad esempio: la palestra, i bagni, gli scuolabus, i laboratori, le mense, gli auditorium, gli spogliatoi.

Le tre figure in un atto di bullismo: il bullizzato, il bullo e il suo complice.

Abbiamo parlato della vittima che subisce le prepotenze, ma vi è un’altra figura che affianca il bullo ossia il complice, che come ci suggerisce la parola stessa, diventa complice del bullo anche solo ridendo o appoggiando le prepotenze che compie, e infine abbiamo il bullo, mente delle prepotenze, che abusa della propria personalità e tende a voler sempre sotto controllo l’ambiente circostante, anche se spesso sottovaluta le proprie vittime.

Numerose ricerche hanno evidenziato che sentimenti come l’invidia e il risentimento sono i fattori scatenanti dei fenomeni di bullismo , insieme alle possibili esperienze negative vissute.

IL BULLO: Chi è davvero? Come possiamo riconoscerlo? 

E’ un bambino, o anche una bambina (è bene precisare che non vi è distinzione di sesso nel fenomeno in quanto anche e purtroppo la figura femminile ricopre il ruolo di aguzzino), che si accanisce nei confronti di una vittima più debole e solitamente d’età inferiore alla loro, attraverso prese in giro, minacce, intimidazioni o violenza fisica di qualsiasi genere.

Possiamo dividere i bulli in quattro diverse tipologie:

bulli aggressivi

si tratta di soggetti che non esitano a compiere un atto di violenza fisica di qualsiasi genere essa sia (pugni, sputi, calci, spintoni, ecc..), l‘ideale per contrastarli sarebbe ignorarli essendo distaccati senza però indurli a pensare di voler scappare o volerli sfidare e ovviamente denunciare prontamente.

bulli invidiosi

sono soggetti che prendono di mira persone ritenute più fortunate e benestanti e quindi vengono mossi dall’invidia.

bulli provocatori

sono persone che tendono ad utilizzare violenza verbale al fine di ferire con cattiverie, intimidazioni, minacce, ricatti e parolacce o mettendo in giro false voci per denigrare la vittima, purtroppo l’unico modo per combatterli è ignorarli, essi agiscono prettamente per trovarsi al centro dell’attenzione.

cyber bulli

sono coloro che agiscono attraverso SMS, chat e social network e quindi preferiscono Internet come scenario della loro violenza attraverso la divulgazione di foto e\o video della vittima o minacce. Fortunatamente i social permettono di bloccare ed eliminare il molestatore in modo da liberarsene, ma è ugualmente fondamentale parlarne con chi di dovere e se ci sono gli estremi procedere ad una denuncia.

Il bullo spesso come abbiamo detto prima, non agisce da solo, e a volte è supportato dal suo gruppo di amichetti, davanti ai quali compie la violenza e osservando la loro reazione ne resta ancora più soddisfatto.

Si tratta di un soggetto che non è esclusivamente aggressivo verso i suoi coetanei, ma il suo atteggiamento aggressivo viene rivolto anche nei confronti degli adulti. Per quanto possa essere disprezzato per i suoi gesti violenti ed ingiustificabile, anche il bullo ha bisogno di aiuto, e l’aiuto più grande è proprio denunciarlo.

Spesso questi bambini hanno alle loro spalle gravi problemi familiari, situazioni difficili o in passato sono stati loro stessi vittime di bullismo o temono di diventarlo e sfogano il loro malessere e la loro insicurezza sulle vittime.

RICONOSCERE LA VITTIMA DI BULLISMO:

come riconoscere la vittima di bullismo

Troppo spesso le vittime di atti di bullismo non denunciano le violenze subite, ma ci sono alcuni campanelli d’allarme che non dobbiamo sottovalutare:

  1. un improvviso calo nel rendimento scolastico
  2. frequenti mal di pancia o mal di testa
  3. tendenza ad isolarsi
  4. depressione
  5. l’improvviso rifiuto di voler andare a scuola o semplicemente non voler essere più accompagnati
  6. scoprire graffi, lividi e strappi nei vestiti (nei casi più gravi).

Se in tuo figlio hai notato il manifestarsi di almeno uno di questi disturbi è il caso di chiedere aiuto ed agire. La vittima può subire notevoli e gravi conseguenze soprattutto a livello psicologico e quindi va aiutato sin da subito.

COSA PUO’ FARE UN GENITORE?

La cosa più importante per vostro figlio è non farlo sentire mai solodenunciare immediatamente il fatto alle autorità competenti, ma soprattutto non istigarlo a reagireinsegnate ai vostri bambini a difendersi suggerendo di evitare i luoghi isolati sia a scuola che in città e non cedere alle provocazioni.

La miglior arma per difendersi dai bulli? L’INDIFFERENZA.

Importante è anche parlarne con gli insegnanti e far convocare i genitori del bulletto in modo da raggiungere una soluzione comune per il problema.

Inoltre vale la pena consultare uno psicologo in modo da offrire un ulteriore aiuto su come evitare che il bambino venga escluso ancora una volta dai compagni e a difendersi dalle prese in giro in maniera adatta.

COME DIFENDERSI DAI BULLI?

bullismo come difendersi

Innanzitutto deve guardarli negli occhi e dirgli di smetterla, poi riuscire a capire il loro ragionamento senza però reagire in alcun modo, deve quindi difendersi in modo intelligente senza rispondere agli insulti perché in un confronto verbale ne uscirà sconfitta solo la vittima.

Inoltre è bene sapere almeno la base delle tecniche di autodifesa in modo da non uscirne troppo feriti da un eventuale scontro fisico.

Raccogliere le prove è fondamentale, una volta avute bisogna correre immediatamente dalle autorità per far si che intervengano e pongano fine alla violenza.

La cosa più importante è non passare da vittima a carnefice; bisogna essere sempre gentili verso gli altri, soprattutto verso chi è anch’esso vittima di violenza, dimostrare sempre rispetto per essere rispettati e circondarsi di amici che ti sostengono in ogni momento.

Non bisogna minimizzare affatto l’accaduto o tentare di giustificare il bullo e non provare in alcun modo a vendicarsi.

Un’ ottima idea sarebbe quella di giocare d’astuzia e anticipare il bullo dandogli ragione e addirittura ironizzare su se stessi in modo da coglierlo di sorpresa dato che i bulli non godono di uno spiccato senso dell’umorismo.

E’ necessario fargli capire che si è indifferenti alle provocazioni e alle offese risultando superiori, fino a quando non proverà più gusto nel tormentarvi e si sentirà in imbarazzo.

In molte scuole per far fronte a questo fenomeno si stanno inserendo dei codici di condotta che devono essere rispettati dagli insegnanti. Per contrastare il bullo l’insegnante può ricorrere a sospensioni, voti bassi in pagella, ma si è osservato che in alcuni casi questi comportamenti non fanno altro che alimentare le violenze e le angherie dei bulli, poiché tali direttive non comprendono l’instaurare un dialogo tra l’insegnante e lo studente.

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